Archive for novembre, 2013

Ognuno crea il suo destino

sabato, novembre 30th, 2013

colomba7

Dolci figli,

non guardare le apparenze. Ognuno crea il suo destino. Ognuno è un anima.

Il destino esiste ed ognuno crea il suo percorso.

Le curve sono gioia e sofferenza.

Entrambe sono ciò che vi allontana dalla direzione.

Entrambe sono le sirene che vi fanno decidere la direzione a seconda di quello che ne ricavate.

Sia dalla gioia che dalla sofferenza traete qualcosa.

Ma se voi fate di entrambe il vostro termometro, le sensazioni che impugnano la vostra vita, sarete tra le mani sia dei vostri carnefici che delle vostre vittime.

Dolci figli, non sono gioia o sofferenza determinanti per decidere la vostra direzione, poiché entrambe sono il frutto del bene e del male creato nel passato dalle vostre scelte.

Forse il melograno decide dei frutti che darà a seconda delle spine cha hanno punto la sua corteccia? No, è passato.

Forse deciderà se donare ai suoi frutti la coroncina che li caratterizza a seconda dei dolci petali che hanno accarezzato le sue foglie, o dei nidi che gli uccellini hanno costruito sui suoi rami ed hanno allietato con dolci note le sue mattine di primavera?

No, non è in base alla gioia, non è in base alla sofferenza che il melograno darà i suoi frutti.

I frutti migliori saranno se né l’uno né l’altro saranno determinanti, ma se trarrà dal terreno la linfa vitale che scorrerà nel suo tronco, se stenderà le sue foglie al sole per attivare la sintesi clorofilliana e sarà grande e forte se resterà nella sua natura di essere tra terra e cielo, se dalla profondità della terra farà sprofondare le sue radici in fango, letame e vermi, protendendo i suoi rami verso il cielo, e né sole, né vento, né tempeste saranno determinanti per essere ciò che il suo potenziale che gli esplode dentro lo fa diventare, quello che è nella sua natura.

Dolci figli, il tempo rivela ciò per cui il seme è nato e la sua natura.

Dolci figli, il destino esiste poiché ogni seme può dare solo l’albero per cui è stato creato.

Ma ogni singolo seme, ogni singolo albero può essere il meglio o il peggio a seconda delle sue scelte.

Ogni albero non può incolpare il sole, il cielo, le piante attorno, se i suoi frutti sono dolci o no, se cadono acerbi o se maturano al giusto tempo, per quanto incidano sulle sue decisioni.

Ma se avrà paura, il seme non germoglierà.

Senza radici non troverà la sua forza.

Senza il sole resterà pallido e inerme.

Poiché nessun melograno può identificarsi con i rovi.

Ma dal sole che illumina il germoglio trarrà il meglio della sua natura.

Allo stesso modo guardate le vostre qualità ed usatele al servizio degli altri.

Vedete le vostre debolezze solo per trasformarle nella vostra forza così come l’albero crea grandi radici se il letame è stato il suo nutrimento.

Dolci figli, traete il meglio da ciò che siete guardando ciò che siete nella verità.

Le radici faranno nascere i dolci frutti e le vostre qualità non le vostre paure vi permetteranno di germogliare.

Restate in pace e, se pur il vostro cammino è costellato di errori, andate avanti e propendete i vostri rami verso la luce.

È col tempo che il piccolo seme darà i suoi frutti.

Pace e amore sono entrambe nel vostro cuore.

Innaffiate quello e la pianta che crescerà sarà nella fertile terra dello spirito, la terra in cui avete riconosciuto il vostro padre, e solo allora il vostro cuore seguirà la direzione nella sua volontà.

Quando il mare è in tempesta

sabato, novembre 23rd, 2013

colomba7

 

Dolci figli,

quando il mare è in tempesta voi cosa fate? Se avete imparato ad ammainare le vele o seguire con dolcezza e abilità il vento saprete sfruttare le correnti e agilmente fluire oltre le nubi nere che vi trasportano nel buio della notte.

Saprete tenere forte il timone e mantenere la direzione, anche se i flutti e le correnti sotterranee vi spingono ad allontanarvene.

Ci vuole energia per fare questo, ma se voi dispenderete nei dubbi e nei conflitti le vostre forze e nella pena piangerete la vostra sfortuna come attingerete quella che occorre per piegare le vele al vento e mantenere la rotta?

Dolci figli, anziché piangere la vostra sfortuna usate le vostre lacrime per bere quando l’acqua vi mancherà.

La vostre sfortuna non è la tempesta che avete incontrato sul vostro cammino, ma la gestione delle vostre forze, che avete scelto seguendo le vostre ragioni e la vostra scelta.

La vostra fortuna è avere imparato ad ammainare le vele quando il cielo era sereno e aver rafforzato la vostre braccia quando potevate girare il timone con un solo dito della vostra mano.

La vostra fortuna è la responsabilità di sapere che salvando voi stessi anche l’equipaggio ed i passeggeri saranno salvi, poiché anch’essi sono sulla stessa imbarcazione, nella stessa tempesta e nello stesso vento.

Dolci figli, sono molte le voci che potete ascoltare, ma potete eleggere un solo capitano.

Eleggete colui che vi guiderà in un porto sicuro o che vi farà vagare tra le nubi nere trovando via via un cielo sereno per evitare la tempesta?

Dolci figli, non è questa la strada.

Io vi dico, allenatevi quando il cielo è sereno. Imparate ad ammainare le vele e conoscere i venti, imparate a conoscere la forza che scorre nelle vostre braccia. Ascoltate in ogni segnale quando la tempesta sta per avvicinarsi, ed allora non fuggite, ma con sapienza mettete a frutto ciò che quando il cielo era azzurro avete imparato.

In quel momento dimenticherete tutto e la paura avrà il sopravvento, a meno che nella quiete delle vostre giornate, anziché prendere il sole e godere della brezza leggera voi abbiate sudato lavando il pontile aiutando l’ultimo dei mozzi, abbiate portato i secchi d’acqua sporca e pelato le patate nella cambusa, abbiate camminato con equilibrio portando le tazzine di te mentre la barca ondeggiava sui flutti.

Allora non sprecherete tempo per aggiungere altra acqua con le vostre lacrime.

Quando la tempesta arriverà voi vi rimboccherete le maniche e cercherete di portare in salvo con ogni mezzo l’equipaggio.

Voi ascolterete il capitano e con tutto quanto è in vostro potere aggiungerete la vostra forza per condurre la barca in un porto sicuro.

Dolci figli, non ringraziate perché oggi il cielo è sereno, ma per l’occasione di imparare a muovervi nella tempesta, a pensare, a parlare, ad agire.

E quando ogni cosa sembrerà perduta e fiumi di sangue scorreranno davanti ai vostri occhi, voi vedrete spuntare l’alba ed allora riconoscerete il tempo.

Dolci figli, allora lasciate fluire liberamente le vostre lacrime.

Allora non saranno sprecate.

Allora si uniranno ai fiumi di nettare e miele che scorreranno fuori e dentro di voi.

E si congiungeranno in un’unica acqua, un’unica terra, un’unica lingua.

Quando ogni separazione sarà superata la terra dell’amore avrà nascita.

Il silenzio è colmo di suoni

sabato, novembre 16th, 2013

colomba7

 

Dolci figli,

osservate come ogni suono si spande.

Voi sentite che si spande nell’aria ma è la vostra percezione che vi rende in grado di ascoltarla.

Per quanti suoni ci siano, anche se un rumore è assordante, un sordo avrà altre percezioni, ma non potrà udire il rumore.

Allo stesso modo il silenzio è colmo di suoni ma è la vostra percezione che vi rende in grado di sentirli. Quindi è la vostra  capacità di ascolto che vi fa sentire.

Ci può essere molta acqua e la vostra coppa rimanere vuota.

Ci può essere molto amore e voi potete continuare a sentire la mancanza.

Ogni possibilità esiste in questo tempo ed è la vostra scelta che crea il vostro destino.

Ma per quanto voi desiderate sentire se siete sordi non riuscirete ad udire.

Se un ghepardo cercherà di volare vedendo un’aquila libera nel cielo non potrà farlo, ma potrà trovare la sua libertà correndo più di quanto possa immaginare.

Ogni anima trova la felicità nella massima espressione delle sue capacità.

Ogni anima trova la sofferenza nel desiderio di essere ciò che recepisce come mancanza.

Un uccellino mangia solo delle piccole briciole eppure è felice e trova appagamento restando nella sua natura.

Dolci figli, trovate la felicità nella vostra vera natura.

Osservate le altre anime così come guardate gli uccellini e riconoscete in ognuno le loro specialità, ciò che le rende uniche, una combinazione sinergica di molteplici qualità.

Voi potete osservare meraviglie.

Perché la vostra attenzione va sempre di nuovo là dove le vostre aspettative creano delusione, mancanza e sofferenza, anziché osservare la specialità di ognuno, che rende ogni anima unica su questo grande palcoscenico?

Dolci figli, sapere osservare non vuol dire non guardare, non vedere.

Vuol dire saper riconoscere il tempo.

Ora è il tempo del caos e quello che vedrete è quello che in questo tempo si trova.

Immaginare di vedere un vostro vecchio vestito, logoro e stinto.

Tornando indietro nel tempo voi lo rivedete nella sua antica bellezza.

Ricordate le feste, i balli ed i canti che facevano sì che il suo valore fosse esaltato.

In quel tempo le sue caratteristiche si esprimevano al massimo del suo splendore e non erano offuscate dalla polvere che nel tempo ha logorato tutto ciò che era.

Se qualcuno lo indossasse ora potrebbe al massimo andare a chiedere la carità.

Tale è l’anima al tempo del caos.

Voi anime fortunate, voi che siete in grado di distinguere e ricordare ogni abito nel suo antico splendore, perché continuate ad osservare la polvere accumulata nel tempo, le parti strappare e le cuciture o le toppe che lo rendono ora un misero e meschino vecchio straccio?

Dolci figli, io vengo e vi ricordo chi eravate.

Io lavo i vostri vecchi vestiti ogni volta che voi me li porgete.

Io cucio i vostri vecchi strappi e riparo la stoffa logora.

In questo modo, al giusto tempo, ogni anima ritroverà la sua origine.

Dolci figli, ricordate la pace e nel silenzio restate nudi e vuoti porgendomi i vostri vecchi abiti laceri. Non abbiate attaccamento per essi. Guardate oltre.

Guardate al vostro vestito nuovo e non al vecchio che lascerete in ogni caso.

Restate in pace e lasciate che questo tempo passi traendo esperienza da ogni occasione di crescita.

Vedete voi stessi come bambini e guardate il mondo con stupore e meraviglia.

Restate in pace e fate tutto ciò che vi riporta nella vostra vera natura.

Fate ogni cosa come se fosse la vostra ultima occasione di donare.

Lasciate andare ogni rancore e ricordate il tempo della pace.

Il seme è ora. La scelta è ora.

Fate ogni cosa ma ricordate la direzione. In modo che non sia il vento, ma il vostro timone che vi porti nell’alba del tempo che verrà.

Nel vostro ricordo voi attivate ogni cosa

venerdì, novembre 8th, 2013

colomba7Dolci figli,

nessuna chiave esiste se non c’è qualcosa da aprire.

Nessuna domanda esiste se non c’è risposta.

Limitato e illimitato sono nello stesso luogo.

Sono gli occhi che guardano vicino o lontano.

La vista si apre quando l’anima guarda nella direzione indicata.

In una tempesta voi vedete i flutti agitati che vi inghiottono e io vi dico di guardare lontano il porto sicuro.

Voi vedete le nubi cariche di pioggia e io vi dico che il sole brilla alto nel cielo.

Allo stesso modo voi vedete la malattia e io vi mostro la guarigione.

Voi vedete la mente e io vi mostro i pensieri creatori.

Voi vedete la materia e io vi mostro lo spirito.

Dietro ogni muro c’è sempre l’orizzonte.

Ma se voi non fate lo sforzo di superarlo continuerete a vedere un muro.

E se anche vi dicessero che oltrepassato questo muro c’è un giardino meraviglioso, voi trovereste senz’altro mille ragioni per dare spazio alla pigrizia che vi fa rimanere statici nella vecchia tendenza.

Le ragioni si trasformano in giustificazioni quando l’anima non vuole fare sforzi.

È più facile restare nella stessa sofferenza che fare lo sforzo di cambiarla.

Quel che si aspetta è ciò che riceve. Ma l’aspettativa è la radice del nulla.

Il desiderio è l’indicazione dell’ego che ricrea la tendenza già conosciuta.

Il bisogno è nella malattia che si esprime e che vi impedisce di ricreare la vostra stessa sofferenza ripetuta nel tempo, là dove il vostro stesso male è stato creato.

Voi attirate e allontanate ogni cosa, a seconda del vostro bisogno, non del vostro desiderio.

Imparate a riconoscere l’uno e l’altro e seguite il primo.

Per seguire il bisogno sentirete il dolore nelle carni.

Seguire la direzione vi farà andare contro le vostre ragioni, quelle che sentite vi sono appartenute da sempre.

Sradicherete “io ho ragione” e solo allora la gioia penetrerà nelle vostre ossa e vi riporterà a sentire e suonare l’antica musica.

Quella che avete suonato all’inizio e che vi fa ritornare alla vostra vera natura.

Chi veramente siete, liberati dalla polvere del tempo del cedimento.

Il tempo in cui la ricerca della felicità era nel tempo dell’inganno di una felicità vicina e fugace.

Il tempo che vi ha condotto a vivere il caos di questo tempo.

Nel vostro ricordo voi attivate ogni cosa.

Ricordate la pace della vostra casa.

Ricordate l’amore della vostra vera natura.

Ricordatevi di me e ricorderete ogni cosa che vi occorre.

Al tempo del caos ricordate come creare.

Ricordate la pace e ricreate quella.

Donare a uno o a molti

venerdì, novembre 1st, 2013

colomba7

 

Dolci figli,

quando voi donate preferite donare a uno o donare a molti?

In ogni caso, che voi doniate o che voi prendiate, che voi diate a uno o che voi diate a molti, il karma è creato.

Quando, con uno stesso sforzo, voi potete donare a molti, scegliete di donare a uno o ponete i vostri sforzi nel creare là dove il ritorno sarà più grande?

Quando un padre di famiglia deve spartire un’eredità renderà suo fiduciario chi sa che tratterrà per sé stesso oppure chi saprà a sua volta donare a molti e da ogni piccolo pezzetto di eredità creerà una grande fortuna?

Dolci figli, io vengo e vi spiego.

Io vengo per voi figli e ognuno ha la possibilità di comprendere e di ascoltare.

Ognuno ascolta le stesse parole, ma uno le fa sue e le manipola a suo favore e un altro le offre e, rimanendo vuoto, rimane sempre colmo.

Dolci figli, nell’ascolto c’è il seme della vostra fortuna, se voi lo raccogliete, lo annaffiate con cura, lo fate germogliare, nascerà una pianta preziosa da cui raccoglierete molti frutti e nulla vi mancherà.

Quando il padre dona la sua eredità un figlio viene e con orgoglio gli dice: “Padre, in me puoi riporre la tua fiducia, io amministrerò al meglio ogni cosa, e tu sarai più ricco di quanto ora sei”.

Un altro figlio viene e gli dice: “Padre, ho trovato un amministratore per la tua eredità, darò tutto ad una persona di fiducia che mi ha avvisato che, senza fatica, il tuo capitale sarà moltiplicato”.

Il terzo figlio arriva dal padre e gli dice: “Padre io non sono degno di ricevere le pietre preziose che tu vuoi donarmi e faccio molti errori, ma seguirò le tue parole con fede e speranza, donerò quando tu mi dirai di donare, andrò ove tu mi manderai e dirò le parole che tu vorrai farmi dire, perché tua è l’eredità e tua la creazione.

Io sono solo colui che la porta nel mondo.

Un padre vuole la felicità per i suoi figli e la felicità sta nel creare un destino felice.

Un sovrano vede più in là di un figlio, vede un regno e dona al figlio più capace di amministrare tutto ciò, il figlio che sa creare felicità e ricchezza per tutti.

Dolci figli, lunga è la strada, ed ognuno ha la sua comprensione, ma chi è umile ha la qualità più grande dell’intelligenza, la messa in pratica.