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Svegliatevi prima dell’alba

mercoledì, ottobre 23rd, 2013

 

 

Dolci figli,

quando la luce appare all’alba voi non sapete cosa vi porterà.

Quali pensieri avrete nella vostra mente, quali preoccupazioni vi arriveranno e quale libertà assaporerete.

Voi vedete la luce che appare e quello è il vostro momento per prendere.

Ma se quando arriva un problema voi sapete prima e vi premunite non sarete poi sorpresi dagli avvenimenti e la vostra sofferenza non sarà dovuta all’incognito che è sopraggiunto, ma la vostra energia sarà convogliata nell’azione, nella soluzione.

Dolci figli, svegliatevi prima dell’alba, in  modo da essere pronti quando l’alba del nuovo giorno verrà.

Dolci figli, gestite prima le vostre preoccupazioni, prima che una meteora senza controllo sopraggiunga alla vostra mente.

Dolci figli, le sofferenze verranno.

Questo è il tempo dove tutto esiste, e in abbondanza, perciò è il tempo delle sofferenze.

Se voi pensate di allontanarvi, sappiate che è per poco tempo.

Questo è il tempo in cui tutto corre veloce e, vorticosamente, gira e attira tutto ciò che è nel tempo veloce.

Dolci figli, ora le anime sono assopite, nel vortice di questo tempo.

Ora le anime attirano ogni cosa, eppure quando questo avviene si chiedono perché e pensano che sia l’esterno a dargli dolore.

Dolci figli, il dolore è registrato in voi, nel momento in cui lo create e come ogni creatore il rispetto per la sua creazione è la messa in pratica.

Quindi non stupitevi per il ritorno della vostra stessa creazione nel rispetto della verità e ad ogni istante riconoscete “questo l’ho creato io”, ma anziché esaltarvi per la vostra possibilità sappiate riconoscere “che cos’ho da imparare?” .

Voi potete ingannare voi stessi e chiunque con le parole, ma la creazione nella verità vi rimanderà sempre come uno specchio al suo creatore, poiché voi potete riconoscere solo ciò che è in voi e siete ciechi a ciò che non vi appartiene.

Voi cercate ciò che pensate di non avere e, accentrando l’attenzione sulla materia, vedete che molte cose vi mancano, e così continuate a desiderare, e desiderando continuate ad osservare ciò che vi manca ed ogni volta accrescete questa convinzione.

Nello spirito voi avete ogni cosa e siete colmi, ma avete dimenticato e così l’unico modo per ricordare è quello che, sempre di nuovo, vi ricorda amore – pace – libertà – bellezza – gentilezza – semplicità…

Ma finché cercate di allungare le mani e prendere con le vostre dita, ogni cosa che possedete vi allontana dalla vibrazione e, anziché prenderle in voi, il possederla ve ne fa desiderare un’altra, dimenticando quella appena raggiunta.

Dolci figli, io vi riporto nella pace.

Se voi ascoltate una voce sottile la coscienza vi richiama alla verità, quella che è sempre stata dentro di voi e che è rimasta sepolta nel tempo.

Quella che riaffiora ogni volta che ricadete e che riconoscete ciò che è sempre stato vostro e che veramente vi appartiene.

Io risveglio in voi le note che nuovamente fanno vibrare lo strumento che siete, in modo che il coro possa nuovamente suonare la musica sempre esistita che avevate dimenticato.

Vi eravate distratti ascoltando il rumore e pensando che il suono fosse quello che dovevate ascoltare.

Ora imparate di nuovo ad ascoltare con nuove orecchie e registrate l’ascolto, e non il rumore.

Questo è ciò che è da ricordare.

Dolci figli, lasciate andare il rumore che così a lungo è rimasto nelle vostre orecchie, depositandosi, vita dopo vita, fino ad attivare ed esprimere nella materia urla e malattie allo strumento che all’origine vi era stato donato per comunicare e che invece ora vi allontana, pensando che è l’altro la fonte della vostra disperazione, quando è solo ciò che a lungo è rimasto nelle vostre orecchie e che l’altro sta esprimendo.

Dolci figli, quando voi ascoltate il silenzio, il rumore non ottenebra la vostra mente e non chiude il vostro cuore.

I suoni sono ciò che non volete più ascoltare quando capite che lasciano emergere il ricordo di ciò che vi ha condotto alla sofferenza.

Dolci figli, sbagliando voi imparate, ma se ogni volta voi dite a voi stessi di avere ragione, se ogni volta dimenticate, se ogni volta scegliete di non ascoltare, sempre di nuovo sentirete la sofferenza che voi stessi avete fatto nascere.

Dolci figli, quando l’amore viene come lo riconoscete?

Pensate forse che sia altro rumore che si aggiunge nella vostra mente?

O un altro fardello di cui occuparvi? No.

Dolci figli, quando l’amore viene è col cuore aperto che lo sentite ed è quello che si aggiunge e che vi libera, riportando altro spazio alla vostra comprensione ed alla vostra libertà.

Perciò quando l’amore viene, apritegli la porta.

Quando l’amore viene, ascoltatelo, e sarà sufficiente un leggero bisbiglio per comprendere, e non urla e grida del tempo del caos.

Quando l’amore viene è uno spazio sottile che si crea e si apre in voi.

Ma se lo trasformate in urla, grida, in coscienza del corpo, se fate diventare materia ciò che è puro spirito, quale sarà il ritorno creato?

Ogni voce, per quanto gridiate, non sarà sufficiente a colmare il vostro spazio, all’interno del vostro cuore.

Per possederlo dovete donarlo, e sarà vostro per sempre.

Per trattenerlo dovete lasciarlo libero, come il letto del fiume che lasciando scorrere l’acqua ne rimane colmo.

Per desiderarlo dovete accorgervi che è già vostro e così l’unico desiderio che vi guiderà sarà che anche gli altri ne siano colmi.

Dolci figli, io vengo e vi spiego.

Quando il dolore vi rende ciechi ai doni dello spirito pensate alla cosa peggiore che possa capitarvi ed aprite con tale chiave la porta di una nuova speranza, accorgendovi di ciò che avete ora.

Ora, nel presente, create la vostra nuova opportunità.

Nel presente porgetemi la vostra coppa.

Ciò di cui pensate esser vuoti riceverete, ed ogni coppa vuota sarà colmata.

Dolci figli, abbiate tale coraggio, lasciate andare ogni desiderio che vi ricorda la vostra mancanza e ricevete nello spirito il dono che rende colma la vostra coppa.

Colmatevi di pace e vedrete gli altri doni scorrere in voi, creando un nuovo spazio di luce dove prima pensavate ci fossero solo tenebre.

Restate in tale pace e ricordatevi di me.

Io sono ove ognuno mi cerca e porge la sua coppa.